Si tratta di una raccolta di saggi, commenti e note critiche, incentrata sull’idea di una origine della cultura umana, in
tutte le sue espressioni più differenziate, a partire dal sapere di essere mortali: ovvero dal rendersi conto e dalla riflessione sia della nostra finitezza sia della finitezza di ogni creatura come di ogni altra cosa. Vi si argomenta che dal sapere della morte prende origine qualsiasi manifestazione della cultura, ma in concomitanza col desiderio di oltrepassare i limiti prescritti di questa finitezza, di lasciare tracce nel tempo che siano meno fuggevoli di quelle che semplicemente si rendono consistenti nel transito dell’esistenza dalla nascita alla morte: per esempio nella dimostrazione del presente e nelle occupazioni quotidiane, mediante le quali si tenta di sottrarsi all’angoscia di dover morire e di essere cancellati prima o poi da ogni memoria del mondo.