La contestualizzazione delle arti – un aspetto strategico del criticismo post-moderno – resta il contributo più importante di John Ruskin allo smantellamento della tradizione critica vittoriana ed alla formazione dell’estetica moderna e post-moderna. Per lungo tempo, l’importanza rivoluzionaria della sua visione delle arti e del mondo
è rimasta inosservata, mentre la sua influenza, pervadendo la costruzione della modernità, continuava ad operare in modo sotterraneo. Questa collezione di nuovi saggi cerca di offrire una visione nuova della sua presenza nella nostra cultura, tracciando il processo di assimilazione della pratica critica di Ruskin nel campo delle arti visive e letterarie. Si parte da una rivisitazione di alcuni rapporti ben conosciuti di Ruskin con Roger Fry, Marcel Proust, William Butler Yeats ed Ezra Pound e si sposta ad alcuni legami meno conosciuti come Alfred Stieglitz, Wallace Stevens e Roberto Venturi.
Contributi di Toni Cerutti, Carlo Lauro, Massimo Bacigalupo, Franco Bernabei, Francesco Orestano, Emma Sdegno, Paul Tucker, Guido Carboni, John Unrau, Clive Wilmer, Carla Pomarè.