Sembra una pittura di tutto riposo, di tutta quiete. E invece in essa solitamente trascorrel’inquietudine, l’ossessione, la follia. Lo scopriamo lentamente, quasi impercettibilmente: a un punto, improvvisamente, ci accorgiamo che il nostro rapporto con i quadri di Cazzaniga è mutato, che non più la grazia della indifferenza e della monotonia presiede al nostro incontro, ma una certa ansia, una certa angoscia […] Quel che vuole Cazzaniga è appunto questo: far durare a lungo, indefinitivamente, quel che non dura […] Contagiati dalla sua, la nostra follia di fronte ai suoi alberi, ai suoi cespugli, ai suoi gusci e alle sue conchiglie, dice di sì, che c’è riuscito. Anche se poi sappiamo che è impossibile.
Leonardo Sciascia
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