Non è con un nome, Caino, che sono
chiamato tuo fratello, e non ho come te
la mano, la fronte, l’occhio?
Il presente volume propone un’analisi approfondita dell’opera giovanile e in particolare del teatro di Friedrich Koffka, autore poco conosciuto, ma presente con il suo atto unico Kain in due importanti antologie di teatro espressionista e tradotto in italiano nel 1973. La lotta verbale tra i fratelli che vi è rappresentata (e che finisce con una violenza tutt’altro che verbale) suggerisce il tema del contrasto tra il bene e il male, il buono e il cattivo, tra la purezza e la corruzione, il bianco e il nero appunto: un’opposizione tematica che pervade l’intera opera di Koffka. Il tema della duplicità rivela, da un lato, una forte personalità dotata di una poetica peculiare e, dall’altro, un autore i cui scritti sono intrisi delle ideologie, degli stili, delle riflessioni che hanno caratterizzato il periodo che noi oggi conosciamo come espressionismo.
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